Il tapis roulant in riabilitazione – parte 6°

Ecco a voi la sesta “puntata” del nostro articolo sul tapis-roulant usato nella riabilitazione post-traumatica.

Un link alle precedenti “puntate”:


Corsa su tapis roulant  vs. quella su terreno

Nella corsa sul tapis roulant i soggetti adottano uno stile che favorisca il miglior livello di sicurezza (equilibrio), diminuendo l’ampiezza della fase di oscillazione, lo spostamento verticale del baricentro e l’angolo compreso tra il piede ed il piano d’appoggio. Molti tendono inoltre ad accentuare la flessione in avanti del tronco e a diminuire la lunghezza del passo aumentandone la frequenza, ma senza differenze significative nell’attivazione muscolare .

La ricerca dell’equilibrio e della stabilità durante la corsa sul tapis roulant richiede un certo periodo di adattamento, ma i parametri cinematici tendono a stabilizzarsi con l’esperienza e con l’utilizzo di apparecchi più potenti (che consentano cioè minime variazioni di velocità del tappeto tra un passo e l’altro) e dotati di sistemi ammortizzanti che offrano condizioni di impatto del piede simili a quelle naturali.

Dal punto di vista energetico vi sono alcuni fattori che rendono la corsa meno faticosa (come ad esempio la spinta offerta dal tappeto nei modelli motorizzati e l’assenza della resistenza esterna dell’aria, anche se ci sono alcuni modelli dotati di ventilatore incorporato nella console oppure basta semplicemente posizionare un ventilatore davanti al tapis roulant) ed altri che ne aumentano invece la difficoltà (come la ridotta termoregolazione corporea data dall’attività indoor).

Per testare o allenare capacità specifiche di sprint sono necessari modelli in grado di raggiungere alte velocità (generalmente troviamo in vendita tapis roulant che possono arrivare al max a 22/km orari o tapis roulant professionali che dichiarano di arrivare a 25 km/h).

 


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