Densità del sangue

La densità del sangue, ematocrito, è un altro parametro soggetto a variazioni. L’attività sportiva disidrata e dunque tende ad alzare l’ematocrito subito dopo una prestazione prolungata. Già nel recupero,tuttavia,per l’azione combinata di cortisolo e aldosterone,la frazione plasmatica riprende a crescere.

L’atleta di durata avrà sempre un ematocrito tendenzialemnte basso , corrispondente a una maggior fluidità del sangue, stante l’esigenza primaria di irrorazione capillare, difficile in condizioni di sangue troppo denso. Valori intorno ai 40 devono essere considerati normali mentre il sedentario può avere anche 45-46.

I valori di emoglobina devono invece restari alti se si vogliono avere delle buone prestazioni. Si potrebbe anche avere un innalzamento della bilirubina indiretta corrispondente all’aumentata emolisi dei globuli rossi dovuta alle continue compressioni piede-asfalto (microtraumi).

Le analisi del sangue sono un ottimo mezzo per un riscontro oggettivo delle condizione fisica di un runner. Vnno effettuate a mio parere un mese prima della maratona, consiglio una verifica dell’emocromo, soprattutto per un controllo del globuli rossi(eritrociti), i cosidetti “trasportatori di ossigeno“,oltre all’ematocrito,al valore globulare e all’emoglobina. In parallelo vanno valutati attentamente ferro,ferritina e transferrinemia.

Almeno i 4/5 del ferro contenuto in un individuo sono presenti negli eritrociti,legato all’emoglobina(il suo componente che si lega all’ossigeno). E’ ovvio che uno dei suoi ruoli principali sia il trasporto gassoso. Il ferro è inoltre un importante oligoelemento per gli sportivi. Il suo grado di assimiliazione mediante la dieta è differente a seconda del tipo contenuto negli alimenti, che può essere di tipo eme o non eme.

Il ferro eme è presente nella carne e nel pesce e la sua assimilazione è particolarmente facilitata e non influenzata da altri elementi .

Il ferro non eme, tipico dei vegetali, è meno biodisponibile, pertanto solo un piccolissimo quantitativo di quello introdotto viene assimilato. Questo divario può essere compensato dall’introduzione,assieme al ferro,di alimenti contenenti vitamina C che agevolano l’assimazione del tipo non eme. Il fabbisogno quotidiano di ferro varia da 10 mg nell’uomo ai 18 mg nella donna.

Negli sportivi queste quote vanno aumentate per una maggiore deplezione delle scorte. La sudorazione determina infatti la perdita del ferro ma, ancor di più, la rottura degli eritrociti (emolisi) in discipline come il fondo causa una maggiore escrezione di ferro con le urine. L’aumento ,infine, della frazione plasmatica conseguentemente all’allenamento,diluisce ulteriormente la quota di ferro. La situazione è maggiormente marcata nelle discipline di resistenza.

La verifica, attraverso gli esami del sangue,di una riduzione di emoglobina in concomitanza con una riduzione delle scorte di ferro,può permettere al maratoneta di compensare la situazione attraverso un’adeguata integrazione.


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